È un voto fatto a cuor leggero? No. Mi riconosco al 100% in tutto (leader, proposte, candidati, etc.)? No. Ma la politica è questo. Ci sono stagioni fatte di passioni e periodi di “passioni tristi”, come ha scritto ottimamente un amico.
Rimane un punto fermo per me: il PD è nato per governare il paese e il PD è il protagonista di questa storia. Provate a immaginarli questi anni senza il PD, nel bene e nel meno bene: oggi avremmo un’Italia molto, ma molto diversa. Peggiore, mi sento di dire.
Abbiamo ottenuto tanto, penso ai diritti individuali e al welfare. Su altri fronti dobbiamo lavorare di più e meglio, penso al lavoro e alla lotta alla disuguaglianza. Se lunedì il PD avrà raccolto un buon successo, potremo salutare le larghe intese con i loro compromessi e costruire la risposta, finalmente davvero Democratica, ai problemi del paese. E io so che potremo fare grandi cose.
Buon voto a tutti.
PD 2013 Vs. PD 2018…
Queste vite valgono meno delle nostre?
Alcuni sono brave persone, altri sono normali, poi c’è pure qualche scemo. Alcuni hanno sogni e obiettivi, altri vivono alla giornata. Alcuni hanno voglia di lavorare, altri sono pigri. Ci sono quelli onesti, quelli così così, quelli disonesti. Tra loro ci sono geni, quelli che non sanno fare una O con un bicchiere e quelli che se la cavano. Come in qualsiasi campionario umano. Come in qualsiasi nostra città, paese, quartiere, condominio, famiglia. C’è solo una cosa che li distingue da noi: loro muoiono. Perché la loro vita non vale nulla dove vivono e vale ancora meno su un gommone sbattuto a mare. Loro muoiono, mentre noi con la bava alla bocca facciamo gara a chi li odia di più. Loro muoiono, mente noi fingiamo di non sapere che il nostro benessere si fonda su disuguaglianze mondiali insostenibili. Loro muoiono, mentre noi urliamo che non li vogliamo e che siamo spiacenti, ma devono stoicamente sopportare le disuguaglianze di cui sopra.
Rogers scriveva che ogni essere ha un innato desiderio di vita, che nulla puó soffocare. Se lasci una patata al buio in una stanza con un solo spiraglio di luce, diceva, vedrai comparire sulla sua superficie un germoglio che cresce in quella direzione. Perché persino una patata vuole migliorare la propria esistenza.
Queste vite non valgono meno della mia. Chi non ha la forza di affermare lo stesso, non è morto su un gommone per uno strano scherzo del destino, ma è morto dentro.
Io non credo, ma oggi le mie preghiere laiche sono per voi.
72 anni dopo, ancora grazie.
Caregiver, Campedelli e Morini “Approvare una legge nazionale”
La Regione Emilia-Romagna si è già dotata di una propria legge, a livello nazionale sono diverse le proposte di legge presentate, una delle quali prende le mosse proprio dall’esperienza del nostro territorio: il tema del riconoscimento giuridico dei cosiddetti “caregiver familiari”, ovvero quello persone che si prendono cura con regolarità di familiari anziani, malati o disabili approda ora, in contemporanea, sul tavolo dell’Assemblea legislativa regionale e del Consiglio comunale di Modena grazie al lavoro di due consiglieri modenesi del Pd. Il consigliere regionale Enrico Campedelli è il primo firmatario di una risoluzione, sottoscritta anche dai colleghi Giuseppe Boschini e Luciana Serri, mentre la consigliera comunale Giulia Morini ha presentato uno specifico ordine del giorno in Consiglio comunale a Modena. Entrambi sottolineano la necessità inderogabile di una normativa nazionale. Ecco le dichiarazioni di Enrico Campedelli e Giulia Morini:
ENRICO CAMPEDELLI “L’Istat ha stimato che siano oltre 3.300.000 le persone che, nel contesto familiare, si prendono cura regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone disabili. Si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, che spesso sono costrette per questo a lasciare il lavoro. Il caregiver familiare è un elemento basilare dell’attuale sistema di welfare del nostro Paese ed è giusto che anche lo Stato disciplini il suo riconoscimento e sostegno (come in molti altri Stati membri dell’Unione europea). La Regione Emilia-Romagna ha approvato nella precedente legislatura la prima legge regionale in materia e presto verranno presentate le linee guida. Oggi in Parlamento ci sono alcuni progetti di legge, tra cui uno che parte proprio dall’esperienza emiliana. Per questa ragione abbiamo chiesto, con questa risoluzione, che la Regione prosegua la sua azione a supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed ai loro caregiver, e si impegni in sede politica, a partire dalla conferenza Stato-Regioni, perché si arrivi nel più breve tempo possibile alla discussione e approvazione di una legge nazionale. È urgente farlo al più presto, se vogliamo arrivare all’approvazione entro la conclusione della legislatura”. GIULIA MORINI “La legge sul riconoscimento del caregiving è molto attesa, prendersi cura di una persona non autosufficiente è un compito complesso e oneroso dal punto di vista fisico, psicologico, economico, delle relazioni sociali e famigliari, lavorativo, etc. Le persone che vi si dedicano sono impegnate in media per circa 8-10 anni (nel caso gli assistiti siano anziani) o addirittura per tutta la vita (è il caso dei famigliari di persone disabili). È tempo che la rete dei servizi dia pieno riconoscimento ai caregiver, mettendo in campo tutte le forme di supporto possibili. La nostra Regione e i nostri Enti locali da sempre sostengono le persone che necessitano di assistenza e i loro famigliari: ora è tempo che anche lo Stato faccia la sua parte. Per questo abbiamo voluto far arrivare ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato una forte sollecitazione a velocizzare i tempi di discussione. Il nostro odg è stato sottoscritto anche dai gruppi “Art. 1-MDP” e “Per me Modena”, a dimostrazione del fatto che il tema è sentito ed unisce. Non c’è più tempo da perdere”. |
Il Parlamento approvi la legge sui “caregiver”.
Oggi ho depositato un Ordine del giorno di sostegno alla legge per il riconoscimento dei caregiver famigliari. Coloro che prestano assistenza ad una persona non autosufficiente chiedono supporto giuridico, fiscale, lavorativo, economico e di essere protagonisti nella rete dei servizi socio-sanitari. Le belle parole non bastano più. Con questo documento (firmato da PD, Art. 1 – MDP, Per me Modena) sollecitiamo l’approvazione da parte delle Camere: non c’è tempo da perdere.
Per ridare dignità a questo congresso.
Libertà di pensiero sì, apologia di fascismo no!
Tra pochi giorni a Modena aprirà un circolo culturale di estrema destra. Si chiamerà “Terra dei Padri” e si connota già in modo piuttosto chiaro. Come già capitato in passato davanti ad eventi del genere, la nostra città reagisce in modi molto diversi: da una parte c’è la preoccupazione e la presa di posizione del mondo democratico e antifascista. Poi ci sono quelli che non vedono l’ora di alzare il livello dello scontro. Questi ultimi non devono essere in alcun modo giustificati, perché non si è antifascisti con le bombole spray, le minacce o gli insulti. La Resistenza e la Costituzione ci insegnano altro e noi a quell’esempio rimaniamo fedeli.
Bene ha fatto il Sindaco di Modena a rimarcare due questioni: a Modena la violenza non sarà tollerata, come non viene tollerata l’apologia di fascismo.
Le reazioni dei promotori del Circolo sono state unanimi: “noi non facciamo niente di male”. Allora chiedo a lorsignori di spiegarmi come mai hanno deciso di chiudere la loro festa col concerto di una band chiamata “Topi neri” i cui testi sono infarciti di frasi sicuramente casuali come “boia chi molla”, “centinaia di braccia tese”, “camerati” e altre prodezze. Questa non è arte: questo è fascismo, punto.
Facciano la loro inaugurazione; la Costituzione nata dalla sconfitta dei loro “Padri” glielo consente, ma richiama anche tutti noi alla vigilanza. Fosse per me, farei recapitare loro una copia dell’atto con cui Modena viene insignita della Medaglia d’oro alla Resistenza, con le parole che raccontano del sacrificio di centinaia di Modenesi, combattenti e civili. Così almeno avranno un ricordo tangibile della nostra storia.
“Facciabronzismo”…
Un’ottimo discorso quello di Renzi, ieri all’assemblea nazionale del PD. Franco, in gran parte condivisibile. Peccato che il congresso non si faccia, quindi #andiamoavanti, metti che sia #lavoltabuona e che improvvisamente la gente inizi a capirci.
Poi c’è la questione Giacchetti (che avrebbe potuto usare un po’ di quell’energia nella campagna per le amministrative, magari). Diciamo che se dovessimo dare patenti di incoerenza e “facciadibronzismo” ci verrebbe fuori un elenco interessante e piuttosto lunghetto.